F.A.Q Parigine - versione 3.0


Dall'Etoile alla porte Dauphine (5,7 km., 8°, 17° e 16° arr.)

 

Partenza: place Charles-de-Gaulle, angolo avenue Hoche

 

 

Prendete l'avenue Hoche fino ai cancelli del parco Monceau. Via tra le più prestigiose di Parigi, non è però costellata di edifici particolarmente originali, con l'eccezione dei nn. 36 e 34, begli esempi dello stile elegante degli anni Trenta. Di fronte al n° 30, l'Hôtel Royal Monceau è l'ultimo dei grandi palazzi che fecero la gloria di questo quartiere agli inizi del '900 ad essere ancora aperto. Il n° 33 (Christian Dior) è opera inconfondibile di Ricardo Bofill. Al n° 12, il grazioso hôtel particulier neo-rinascimentale appartenne, a partire dal 1878, ad Albert Arman e Léontine de Caillavet. Madame de Caillavet (née Lippmann, 1844-1910) vi tenne un brillante salotto, frequentato da molti letterati e dai sostenitori del Capitano Dreyfus.

 

tinyurl.com/yaror3cq

www.marcelproust.it/gallery/arman.htm

 

 

Al n° 5 dell'avenue Van-Dyck, un superbo cancello dorato fa da degno ingresso ad una delle residenze più sontuose del quartiere, l'hôtel di Émile Menier (cioccolataio di enorme successo, che nel 1913 acquistò il castello di Chenonceau), costruito da Parent fra il 1872 ed il 1876 e decorato da Dalou. E' diventato la sede di uno dei circoli più esclusivi della capitale.

 

Prima di penetrare nel parco Monceau, fate una piccola deviazione sulla destra, in rue Murillo. Al no. 9, troverete una delle innumerevoli sorprese che questa città riserva ai suoi "flâneurs". Sul muro di sinistra del cortile, sono conservati alcuni presunti resti del palazzo delle Tuileries (medaglioni, capitelli, un busto...), residenza reale devastata da un terribile incendio durante la Commune, nel 1871, e poi demolita nel 1882.

 

Attraversate il parco Monceau seguendo l'allée de la Comtesse de Ségur. Vi trovate nella folie del duca di Chartres, cugino di Luigi XVI e padre di Luigi-Filippo, e che passerà alla storia come Philippe-Egalité. Anche questo parco lo dobbiamo ad Alphand ed è un tipico esempio dei giardini pubblici dell'epoca haussmaniana. Passeggiatevi senza fretta, godendovi i grandi alberi, le aiuole fiorite, le statue, i tempietti, il laghetto con anitre e cigni...

 

All'angolo tra il parco e l'avenue Velasquez (n° 7) potete visitare il delizioso Museo Cernuschi, le cui collezioni di arte orientale furono donate dal banchiere Henri Cernuschi al comune di Parigi nel 1896.

 

Nel palazzo accanto, al n° 5, abitava Chauchard, fondatore dei Grandi Magazzini del Louvre, che lasciò al Museo del Louvre la sua collezione di dipinti ottocenteschi.

 

Lasciate l'avenue Velasquez, girando a sinistra in boulevard Malesherbes e continuate fino alla place du Général-Catroux. Al n° 1, l'hôtel Gaillard (Emile Gaillard, reggente della Banca di Francia), è – a mio avviso – un orrore neo-rinascimentale, opera del 1878 di Jules Février, che dovrebbe (o vorrebbe) essere la riproduzione di un'ala del castello di Blois. E' oggi una filiale della Banca di Francia, divenutane la proprietaria nel 1919.

 

Proprio di fronte, si erge il monumento a Sarah Bernhardt. La leggendaria attrice abitava, infatti, in questi paraggi (rue Fortuny). Più interessanti sono i monumenti, uno di fronte all'altro, ai celeberrimi scrittori Dumas, padre e figlio.

 

Prendete l'avenue de Villiers e girate a sinistra in rue Fortuny. Notevole la facciata (che purtroppo ha perduto le magnifiche vetrate istoriate) del n° 42, edificio costruito nel 1879 da Bolland per il mastro vetraio Ponsin. Sull'altro lato della strada, al n° 37 ed in parte al 35, si trovava la residenza della succitata Sarah Bernhardt, scultrice oltre che attrice, prima che la rovina economica la costringesse a vendere tutto, casa ed arredi. Sue vicine furono altre due “regine” dell'epoca: al n° 29 l'attrice Geneviève Antelme e, al 27, la “Bella Otero”. Tra il 1933 ed il 1950, Marcel Pagnol ha vissuto al n° 13, con la sua graziosa decorazione a mosaico. Quella del n° 8 imita una casa normanna del Quattrocento. Quando vi si trasferì la proprietaria, affittò il n° 2 a Edmond Rostand. Fu in questa casa che, all'età di ventinove anni, Rostand scrisse il Cyrano de Bergerac.

 

Attraversate la rue de Prony e continuate in rue Médéric dove, al n° 9, si trova la Chiesa Svedese di Parigi, costruita – giustamente – in stile nordico, con mattoni scuri, nel 1911.

 

Prendete, a destra, la rue Léon-Jost. Al n° 12, all'angolo, elegante edificio neo-classico in pietra e mattoni. Attraverso il cancello, in fondo al cortile, si intravede un incantevole bassorilievo “popolato” di naiadi. Nel 1910, in quella casa abitava Gervex, il pittore della borghesia parigina degli inizi del XX secolo.

 

La rue Léon-Jost sfocia in rue Cardinet. Girate a sinistra, in direzione dell'avenue de Wagram. All'angolo fra le due vie, si erge un imponente edificio Art nouveau del 1907, opera fortemente originale dell'architetto Théo Petit. A qualunque ora del giorno, la luce gioca sulla facciata molto movimentata ed inonda le stanze dalle grandi vetrate.

 

Attraversate l'avenue de Wagram e prendete la rue Poncelet, continuazione della rue Cardinet. Nel Settecento, questa via era un tratto del sentiero che conduceva dalla tenuta del château des Ternes all'abbazia delle Dames de Montmartre (da cui ha tratto il nome la rue des Dames, in un altro settore del 17° arr.).

 

Girate a destra in rue Bayen e proseguite fino alla rue Pierre-Demours dove, ai nn. 17-19, sopravvivono le ultime vestigia del château des Ternes, tinyurl.com/6ftcnd2

 

Arrivati in avenue des Ternes, attraversatela e prendete la rue Saint-Ferdinand sulla destra della chiesa neo-romanica (1938-44), fino all'omonima piazza. Nella rue Saint-Ferdinand, dopo la cité Ferenbach (n° 21) dalle graziose villette mansardate nei toni dell'ocra e del rosa, vale la pena, se il portone del civico 25 è aperto, di gettare uno sguardo al cortile, dove si trova ancora un tipico esempio di hôtel particulier dell'epoca di Napoleone III, del 1863.

 

Terribilmente kitsch è il monumento, al centro della place Saint-Ferdinand, al pioniere dell'automobilismo Léon Serpollet, opera dello scultore Boucher, del 1911.

 

Prendete la rue Denis-Poisson fino all'avenue de la Grande-Armée. Rischiando forse la vita, provate a fermarvi nel mezzo dell'avenue, venendovi a trovare sull'asse Arco di Trionfo-Arche de la Défense. In questo punto, la vicinanza e la posizione sopraelevata dell'Arco di Trionfo danno l'illusione che le sue dimensioni siano analoghe a quelle dell'Arche de la Défense, cinque volte più lontana e alta 110 metri.

 

Arrivati sani e salvi (si spera!) dall'altra parte dell'avenue de la Grande-Armée, prendete, sulla destra, la rue Pergolèse. Attraversate l'avenue de Malakoff e proseguite sulla rue Pergolèse fino in fondo. State percorrendo uno dei quartieri più lussuosi di Parigi. Solo da lontano si scorgono le palazzine della rue Berlioz, poi della villa Dupont e della villa Saïd. La rue Weber, in compenso, permette di contemplare le sue case ed i suoi piccoli giardini attraverso cancelli tutti uguali. Al n° 45 della rue Pergolèse, incantevole hôtel particulier neo-rinascimentale. Lo stesso stile, ad opera dell'architetto Boussard (1896), si ripete al n° 51.

 

La rue Lalo ha rimpiazzato un'arena per corride, costruita in occasione dell'Esposizione Universale del 1889, il cui successo fu però di breve durata. Vi si trovano alcuni pregevoli esempi di Art nouveau, come al n° 5 (1906).

 

Tornati sulla rue Pergolèse, altro bell'esempio di Art nouveau al civico 64. Il n° 66, sede della Delegazione Generale del Québec, è invece un sobrio edificio neo-classico.

 

Voltate a destra in avenue Foch, percorrendola fino in fondo lungo il contro-viale. Anche lungo questa arteria (forse la più opulenta di Parigi), noterete una grande varietà di stili architettonici, spesso anche in forte contrasto, come fra l'hôtel particulier iper-ornato ai nn. 66-68 (Armand Pollet, 1888) e l'elegante edificio neo-classico del civico 72, che non stonerebbe nel parco di Versailles. La strada termina in bellezza, con la sontuosa dimora che fu di Louis Renault, al n° 90, in stile neo-classico, circondata da un vasto giardino nascosto ai nostri sguardi.

 

Da qui, è davvero splendida la prospettiva sull'avenue e l'Arco di Trionfo.

 

La nostra passeggiata si conclude al M° Porte-Dauphine. La stazione risale al 1902 ed è un capolavoro di Hector Guimard, nume dell'Art nouveau. Estremamente suggestive la copertura a forma di ali di farfalla e le decorazioni dell'accesso alla stazione.

 

 

Articolo de Le Figaro sulla place des Ternes, tinyurl.com/7999jg3